Il Garante regionale dei diritti della persona visita il CPR di Gradisca d’Isonzo
Il 10 gennaio 2024 il Garante regionale dei diritti della persona, prof. Paolo Pittaro, si è recato al Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Gradisca d’Isonzo, accompagnato dal Prefetto di Gorizia, dott. Raffaele Ricciardi. Nel corso della visita il Direttore della struttura ha esposto nel dettaglio la complessità della gestione del Centro, spesso oggetto dell’attenzione da parte dei media, con un’informazione non sempre precisa, in occasione di episodi di contrasti, tentativi di fuga o dolosi incendi, che richiedono l’intervento dall’esterno delle forze dell’ordine. Il Garante, ben conscio che trattasi di una detenzione amministrativa, con tutte le contraddizioni e le conseguenze proprie di tale entità, ove i vari ospiti si oppongono non alla permanenza in sé ed al correlato trattamento, ma al loro previsto rimpatrio con reazioni anche di violenza sulle cose e di ricerca di ogni via di possibile fuga, ha insistito nel dover rendere tale permanenza, per quanto chiusa, meno possibile simile al carcere. Da tale profilo si deve apprezzare che il CPR di Gradisca è l’unico, dei 10 esistenti, nel consentire agli ospitati l’uso del cellulare, mantenendo così i contatti con la famiglia d’origine, i rapporti amicali, con l’avvocatura ed i vari Enti di assistenza, così come dalla Relazione al Parlamento 2023 del Garante Nazionale risulta che tale CPR abbia un tempo medio di permanenza molto limitato (intorno ai 30 giorni rispetto ai 90 possibili, ora allargati a 180 dalla recente normativa). Peraltro, ad avviso del Garante, tale permanenza, più o meno limitata, dovrebbe essere non vuota, ma con possibili attività, quali quelle sportive (già in atto nella partita di calcio del fine settimana) e nella prevista istituzione di una palestra e sala di ricreazione.