Rivolta alla casa circondariale di Trieste per il sovraffollamento, il caldo, i materassi a terra e le cimici
Giovedì 11 luglio 2024, subito dopo le 19 (con la polizia penitenziaria ridotta al minimo) è scoppiata una rivolta alla casa circondariale “Ernesto Mari” di Trieste, con forti proteste per il massiccio sovraffollamento (260 detenuti su una capienza di 150), il gran caldo e con materassi a terra e presenza di cimici. Circa 130 detenuti hanno occupato l’infermeria, facendo man bassa sui farmaci, incendiato coperte e lenzuola, allagando il settore, svuotando gli estintori e distruggendo il tutto. Nessuno scontro fisico e feriti fra i detenuti e le forze dell’ordine, mentre sei ristretti sono stati soccorsi dalle ambulanze per un malore, o intossicati dal fumo ovvero per precauzione in quanto soggetti cardiopatici. La struttura presenta in ogni caso una forte devastazione e necessita ora fare un attento bilancio sulla sua operatività.
Da gran tempo questo Garante e tutti i Garanti territoriali delle persone private della libertà personale hanno lanciato continui allarmi sul crescente sovraffollamento carcerario proponendo, assieme a tutte le associazioni di penalisti, processualisti, costituzionalisti e le Camere penali, un intervento normativo che ampliasse i termini della liberazione anticipata da 45 ad almeno 60 giorni (come già fatto 11 anni or sono a seguito della sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo proprio per l’eccessivo sopraffollamento ritenuto lesivo dei diritti umani e dei conseguenti interventi c.d. “svuota carceri”) ed ampliasse le possibilità delle telefonate in modo organico, non lasciandole alla benevolenza dei direttori: alcuni semplici ma precisi segnali da inviare alla popolazione carceraria proprio nel contesto di tale emergenza, aggravata dai bollenti mesi estivi. Ma invano. Già questo Garante (con il comunicato del 4 luglio scorso) ha segnalato il deludente decreto legge 4 luglio 2024 n. 92, ove gli “interventi urgenti in materia penitenziaria” non risolvono per nulla l’urgenza mentre rinviano alcuni provvedimenti a tempi futuri. Il prossimo 13 luglio ci sarà una Conferenza stampa dei Coordinatori del Garanti presso la sala “Nassiryia” del Senato della Repubblica. La auspicabile prospettiva immediata è che il Parlamento, dovendo convertire in legge il decreto legge n. 92 entro 60 giorni, ai sensi della Costituzione, apporti allo stesso degli emendamenti tali da sfoltire a tempi rapidi il sovraffollamento carcerario.