Negli ultimi anni, il tema della partecipazione di bambine, bambini, ragazze e ragazzi è stato oggetto di studio e dibattito a livello internazionale. La partecipazione è un diritto sostanziale e fondamentale che si esplica nella libertà del minore di età di esprimere la propria opinione sulle questioni di suo interesse, intervenendo sulle decisioni che lo riguarda. Non rimanendo fruitore passivo dei servizi o delle decisioni dell'adulto, diventa il protagonista del proprio percorso di crescita, presenziando attivamente nella vita sociale.
Dare, pertanto, ai ragazzi la possibilità di esprimere le proprie opinioni e di apportare i propri contributi nelle diverse questioni produce molteplici benefici: diventano realmente responsabili delle proprie azioni, accrescono le proprie competenze in diversi ambiti, sono in grado di gestire, ancorché con la collaborazione dell’adulto, percorsi anche molto complessi.
Al contempo, gli adulti devono favorire questi processi, affiancare bambini e ragazzi, fornire loro gli strumenti, motivarli e accompagnarli in questo percorso, riconoscerli come soggetti di diritto ma innanzitutto devono dare ascolto a quanto hanno da dire, riconoscendo le loro idee e opinioni.
Gli ambiti in cui si può realizzare la partecipazione sono quelli della vita quotidiana come in famiglia, a scuola, nella comunità, ma anche quelli riferiti alle situazioni personali legate all’aspetto sanitario o giudiziario. La partecipazione consiste nel far sì che i minori possano essere responsabili e attivi nel contesto in cui si trovano.