Consigli comunali dei ragazzi (CCR)

I CCR nascono dall’esigenza di rispettare il diritto di bambini, bambine, ragazzi e ragazze a esprimere le loro opinioni, creando contesti in cui vengano debitamente prese in considerazione dagli adulti. I minori di età, infatti, non sono considerati solamente soggetti bisognosi di particolari forme di attenzione e protezione, ma anche nella loro dimensione di cittadini, cui è necessario offrire, oltre alla tutela, occasioni di partecipazione, di crescita e progressive opportunità di autodeterminazione.

Le prime esperienze risalgono a prima dell'entrata in vigore della Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989, ma si può affermare che i principi ispiratori siano ben riassunti all’articolo 12 della medesima.

Sono degli organismi istituzionali di partecipazione di bambini, ragazzi e giovani, ai progetti del proprio territorio, sia relativamente alla promozione dei diritti dell’infanzia, che in relazione agli spazi di partecipazione e di cambiamento che riguardano il mondo adulto e la comunità nel suo complesso.

Queste forme di partecipazione consentono ai bambini, bambine, ragazzi e ragazze, di esercitare una forma di cittadinanza attiva, facendo concretamente sentire la propria voce e le proprie opinioni.

Requisiti e costituzione

Sebbene non sia possibile dare una definizione univoca, in quanto l'età ammessa può variare da Comune a Comune, tendenzialmente i CCR sono composti da minorenni tra i 9 e i 14 anni, comprendendo gli alunni dal quarto anno della scuola primaria al secondo/terzo anno della scuola secondaria di primo grado (vi possono essere variazioni a seconda dei differenti Regolamenti comunali).

I CCR si costituiscono con atto formale da parte del Comune territorialmente competente. Le Amministrazioni comunali promuovono, quindi, lo sviluppo dei Consigli Comunali dei Ragazzi in collaborazione con l’istituzione scolastica.

La Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale, approvata nel 1990 dal Consiglio d’Europa e riveduta nel 2003, riporta infatti: “Gli enti locali e regionali, che sono le autorità maggiormente vicine ai giovani, hanno un ruolo rilevante da svolgere per stimolare la loro partecipazione. In tal modo, possono vigilare affinché non ci si limiti ad informare i giovani sulla democrazia e sul significato della cittadinanza, ma vengano offerte loro le possibilità di farne l’esperienza in modo concreto”.

Gli enti locali sono gli organismi più attigui ai cittadini e devono garantire i diritti di cittadinanza di bambini e ragazzi attraverso politiche sociali ed educative, che possano offrire loro le migliori condizioni di vita. Il Comune può instaurare un dialogo attivo con i cittadini del territorio e può stimolare la partecipazione. L’ente locale, con le sue politiche, ha la possibilità di favorire la collaborazione tra le scuole e l’Amministrazione della città o del paese anche attraverso il coinvolgimento dei ragazzi nel CCR.